Il Doping

Il doping

«Uso di sostanze o metodi che per natura, dosaggio, metodo e applicazione, sono nocivi alla salute e/o possono migliorare la prestazione fisica». 

Ogni atleta è responsabile per le sostanze vietate presenti nelle sue analisi.

  (Movimento Olimpico – Codice antidoping 1° gennaio 2000)

Il doping è una pratica antichissima. Sin dai primi giochi olimpici, venivano preparate strane
pozioni utilizzate da parte degli atleti per avvertire un maggior stimolo a competere e a vincere. In
epoche antiche la vittoria ed il successo in ambito sportivo era persino più importante di adesso,
le gare sportive erano così seguite dal popolo ed avevano un ruolo talmente significativo nella
società di allora che i vincitori venivano praticamente divinizzati. I lottatori greci utilizzavano una
sostanza estratta da un fungo, fin da allora si conoscevano le potenzialità farmacologiche di
funghi, miceti ed erbe varie, potenzialità che ai nostri giorni sono state meglio studiate ed utilizzate
per la produzione di sostanze medicinali.

I romani, per migliorare la loro performance, utilizzavano carni di animali differenti scegliendoli
in base al tipo di sport che praticavano, convinti in questo modo di poter acquisire le qualità
dell’animale.

Da “doop” si è arrivati nel Novecento al verbo inglese “to dope” e al sostantivo “doping” che
indica una sostanza che modifica il rendimento. Per altri “dope” è il nome di una antica bevanda
alcolica sudafricana

Bisogna arrivare alla fine dell’ottocento per trovare sostanze con vere e proprie caratteristiche
farmacologiche, come l’etere e la cocaina.
L’etere e la cocaina, fino ad allora utilizzati a scopo terapeutico, vengono assunte a scopo di
doping a vari dosaggi. Si scopre anche che un veleno, la stricnina, assunta a dosi non letali, dà
un certo incremento alla forza contrattile muscolare. Ma anche in questo caso rimangono ignoti
tempi e dosaggi per un utilizzo che non sia letale.

Thomas Hicks, il primo caso di doping (non sanzionato) nella storia (St.Louis 1904)

Thomas Hicks
Maratoneta statunitense, si mise al collo la medaglia d’oro ai Giochi di St. Louis del 1904 dopo che per due volte, lungo il tragitto, il suo allenatore gli aveva somministrato tramite iniezioni del solfato di stricnina (uno stimolante particolarmente diffuso in quegli anni che oggi, in quantità maggiori, viene usato come veleno per topi) nonostante il palese utilizzo di uno stimolante in gara, Hicks non andò incontro ad alcuna squalifica. Questo accadde perché nel 1904 non esisteva ancora l’antidoping e non si parlava di sostanze proibite.

Risale alle alle Olimpiadi di Roma del 1960 il primo caso di doping registrato ufficialmente dagli organi competenti. Si scoprì, in seguito all’autopsia del ciclista caduto in gara, Il danese Knud Enemark Jensen, che la morte fu provocata dall’assunzione di una serie di sostanze illegali prima fra tutte l’anfetamina.

Prima della seconda guerra mondiale le scoperte scientifiche vengono utilizzate per introdurre
sostanze di sicura efficacia. Negli anni ‘40 durante l’offensiva tedesca contro l’Inghilterra, Goering,
faceva assumere ai suoi piloti la simpamina per renderli più aggressivi e spericolati. E infatti la
Luftwaffe riportò grandi successi, i piloti piombavano sull’Inghilterra con lo spirito di terribili guerrieri facendo le azioni più azzardate. Ma, al ritorno, finito l’effetto della simpamina, arrivava la fase di rebound e qualche volta i piloti si addormentavano o perdevano il controllo dell’aereo e finivano per precipitare quando erano ormai in fase di atterraggio.
Droghe stimolanti a base di amfetamine vennero utilizzate anche dagli inglesi e dagli americani ad
esempio durante lo sbarco in Normandia. Così come durante la Prima Guerra Mondiale venivano
date bevande alcoliche ai soldati prima del combattimento.

FONTE https://ben-essere.org/

Ci sono molti aneddoti legati ai motivi che spingono gli atleti a doparsi, ne abbiamo elencati alcuni
in questa che è stata chiamata “collina dei dopati”. “Meglio morto che secondo”; “l’allenatore mi
disse prendi questa pillola e arriverai in cima al mondo”; “io ero stanco di non vincere e allora un
amico mi ha dato un aiuto”. “Mi drogavo perché lo facevano tutti”, ecco questa è la giustificazione
più ricorrente che circola in alcuni sport come il ciclismo. Oppure “ad un campione come me è
tutto consentito perché io porto fama e notorietà al mio sport, per cui sono al di sopra degli altri”;
“il mio allenatore mi disse l’eritropoietina è l’ideale”

Quali sono i fattori che favoriscono la diffusione del doping? Certamente esiste la ricerca di gratificazioni economiche, ma importante è spesso il desiderio di primeggiare, di poter aumentare i carichi di allenamento per superare se stessi e le proprie possibilità.


Purtoppo capita anche che, genitori spinti dal desiderio di vedere primeggiare i propri figli,
chiudano gli occhi di fronte a proposte a volte troppo lusinghiere, rimuovendo o minimizzando le possibili conseguenze.
Altre volte l’uso viene fatto a insaputa dei genitori, ma causato dalla pressione psicologica
esercitata sui ragazzi dalla famiglia, per paura di deludere le aspettative in loro riposte.
Al contrario, può essere proprio il disinteresse della famiglia a far crescere la voglia di affermarsi nel
giovane che finisce per ricorrere al doping, senza che in casa nessuno se ne accorga. www.salute.gov.it

Riassumendo sono molti i motivi che possono indurre anche grandi campioni a fare uso di doping:

Riassumendo sono molti i motivi che possono indurre anche grandi campioni a fare uso di doping:
PAURA DI FALLIRE
INSICUREZZA DEI PROPRI MEZZI
OSSESSIONATI DALLA COMPETIVITA’;
POTER SOPPORTARE CARICHI ALLENANTI SEMPRE MAGGIORI
RECUPERARE PRIMA DA UN’INFORTUNIO
DIVENTARE FAMOSI
GUADAGNARE TANTO
ECCESSO DI NARCISISMO

Se quelle sopra possono essere alcune delle motivazioni che spingono degli atleti all’uso delle sostanze dopanti e quindi a tradire tutti quelli che sono i valori dello sport, queste elencate sotto sono alcune delle sostanze che sono in uso con i loro relativi effetti collaterali.

Come si può notare dalla tabella sopra gli effetti colaterali sono devastanti e non ci sono sostanze dopanti che non ne hanno. Inoltre è dimostratoo che parecchie di esse causano assuefazione e dipendenza. Alla tabella sopra vanno aggiunti tutti quei medicinali che vengono usati per mascherare il doping tipo i diuretici.

Per concludere il doping è:

un atto sportivo illecito e da rifiutare moralmente per i seguenti motivi:

  • costituisce un vantaggio acquisito slealmente;
  • provoca rilevanti danni organici;
  • compromette i principi di integrità̀, onestà e correttezza;
  • tradisce lo spirito sportivo autentico;
  • impedisce di conoscere veramente se stessi.