DORSO

Il dorso è l’unico stile del nuoto che si esegue con il capo rivolto verso l’alto, non potendo quindi vedere dove si procede. Una corretta esecuzione ne prevede la torsione del busto (su lati alterni) ad ogni bracciata (rollio); quindi è inesatto dire che il dorso si esegue in posizione supina.

La bracciata a dorso

Oltre all’abilità natatoria, sono importanti senso dell’orientamento, tempismo e percezione del proprio corpo in movimento.

Descrizione del movimento

Bracciata

Potremmo scomporre la bracciata in quattro fasi, che prendono il nome di presa, trazione, spinta e recupero.

Presa: la mano entra in acqua con il palmo rivolto verso l’esterno, dunque col mignolo che è il primo dito ad entrare in acqua, il più vicino possibile al capo, così da sfruttare maggiormente l’angolo di entrata; non appena la mano è completamente immersa il braccio inizia a flettersi al livello del gomito.

Trazione: a questo punto l’avambraccio cerca di affondare il più possibile, tenendo sempre un angolo retto con il braccio, fino a quando si trova in corrispondenza al piano delle spalle. È in questa fase che si effettua il “rollio”, ovvero la leggera oscillazione della spalla che accompagna il braccio in acqua, quasi che il corpo fosse una vite che deve entrare nel muro d’acqua, come d’altronde, nel crawl.

Spinta: è la fase più importante, quella che deve essere svolta più velocemente possibile. L’avambraccio si porta verso il bacino rimanendo sempre flesso, ed a questo punto avviene la parte più difficile: come in un immaginario colpo di racchetta, il braccio spinge indietro l’acqua, per poi flettersi ulteriormente (quasi a 60 gradi) distendendosi con un movimento veloce della mano (la frustata) che porta la stessa a posizionarsi con il palmo rivolto verso il basso.

Recupero: il braccio per tutta la durata di questa fase rimane sempre disteso, non appena la mano esce dall’acqua, si effettua una sua rotazione di 180 gradi che deve far posizionare il palmo verso l’esterno per poter iniziare un nuovo ciclo.

Le bracciate non sono perfettamente alternate, ma tendono a sovrapporsi la fase finale di spinta con quella iniziale di appoggio. Ovviamente il fenomeno è via via meno apprezzabile all’aumentare della velocità con cui si effettua la nuotata stessa.

Gambata

Le fasi della gambata, come nel crawl, sono due, la discendente e la ascendente. La differenza sta nel fatto che la propulsione avviene in maniera opposta, con la fase di spinta che corrisponde alla fase ascendente mentre la fase discendente viene considerata come fase di recupero, anche se una leggera spinta avviene sempre.

  • Discendente: la gamba si immerge all’altezza del bacino, quasi completamente distesa; quando è immersa ad una profondità di 20-30 centimetri, inizia la fase successiva.
  • Ascendente: la gamba sale verso la superficie con un movimento che parte dal bacino, distendendo la gamba nella parte finale con l’intento di far uscire solo le dita del piede, che deve rimanere sempre disteso. Le ginocchia devono sempre rimanere immerse.

Le gambate non devono mai essere effettuate in posizione perfettamente supina ma il busto e le gambe devono essere di fianco.

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Coordinazione

A livello agonistico, si effettuano fino a 8-10 gambate per ciclo di bracciata nelle gare veloci, che si riducono anche a 2 gambate nelle gare dei 200 metri. La respirazione, a livello amatoriale, avviene senza un ritmo preciso. A livello agonistico, invece, si segue il ritmo delle bracciate: inspirazione-bracciata col destro, espirazione-bracciata col sinistro, o viceversa, a preferenza dell’atleta; senza escludere che, in alcune situazioni di affaticamento (prima dell’apnea della virata o subito dopo), spesso si preferisca raddoppiarne il ritmo, effettuando un intero ciclo respiratorio per bracciata.

Didattica

Per quanto riguarda la didattica, è preferibile iniziare l’insegnamento del dorso con il corretto movimento delle gambe, facendo particolare attenzione alla totale estensione dei piedi in entrambe le fasi ascendente e discendente e all’impostazione dell’assetto corretto, attraverso vari e ripetuti esercizi di “scivolamento” dal bordo della vasca. Per la corretta estensione della gamba, è molto utile l’uso della tavoletta, soprattutto se posta sopra le ginocchia, e, in una fase successiva, aggiungendo anche una bracciata con un braccio, mentre l’altro tiene la tavoletta. Infine si inserisce l’uso di entrambe le braccia, facendo particolare attenzione alla loro distensione e coordinazione.

Regolamento agonistico

L’atleta deve sempre rimanere sul dorso, tranne che nelle virate quando ha la facoltà di voltarsi sul petto, eseguire una sola bracciata a crawl, per effettuare la capovolta di virata; in questo caso, però, non può fare ulteriori movimenti, né con le braccia, né con le gambe. Dopo la partenza e le virate, è consentito non rompere la superficie con la testa (partenza subacquea) per non più di 15 metri; in queste fasi, viene tollerata la gambata a delfino, in posizione supina. La partenza avviene con gli atleti in acqua, che si aggrappano a delle maniglie posizionate di fronte ai blocchi di partenza.

Competizioni

  • 50 m
  • 100 m
  • 200 m (FonteWikipedia)