Salto in Alto

Il salto in alto è una specialità dell’atletica leggera, e fa parte dei salti in elevazione come il salto con l’asta.

Vince la gara chi riesce a superare con un salto un’asticella, posizionata orizzontalmente tra 2 ritti, ad una certa altezza. Il salto può essere effettuato con qualsiasi tecnica, però lo stacco da terra deve essere fatto con un piede solo.

Ogni atleta ha a disposizione al massimo 3 tentativi per superare l’asticella ad una certa altezza.

Durante il salto l’asticella può essere toccata: il salto è nullo se quest’ultima cade 

Nel corso degli anni la tecnica del salto in alto si è evoluta, con questa progressione:

  • salto frontale, nel quale i saltatori utilizzavano un approccio diretto all’asticella;
  • salto “a forbice”, l’asticella veniva approcciata in diagonale, e il saltatore gettava oltre la stessa prima la gamba interna (quella più vicina all’asticella) e poi quella esterna, con un movimento che ricorda appunto quello delle lame delle forbici; questa tecnica è ancora utilizzata nella progressione didattica del salto in alto;
  • salto ventrale, dopo aver iniziato il salto come nella tecnica a forbice, si estende la schiena e la si porta in posizione orizzontale sopra l’asticella; questa è una tecnica che facilita il valicamento rispetto a quelle precedenti;
  • salto “Fosbury”, nome che deriva dall’ideatore, è la tecnica di salto moderna; Fosbury aggiunse una nuova rotazione al salto ventrale: direzionò la testa e le spalle sopra la sbarra per prime, scivolando sulla schiena arcuata rivolta verso il terreno.

Per quanto riguarda lo stile Fosbury, il record mondiale maschile è di 2,45 m, stabilito nel 1993 dal cubano Javier Sotomayor, mentre il record mondiale femminile è di 2,09 m ed è stato stabilito nel 1987 dalla bulgara Stefka Kostadinova.

In Italia in record nazionale maschile sia indoor che outdoor appartiene a Gianmarco Tamberi, che nel 2016 ha saltato la misura di 2,38 (indoor) stabilendo anche la miglior prestazione mondiale indoor dell’anno e outdoor la misura di 2,39 al Meeting Herculis di Monaco; il record all’aperto però appartiene a Marcello Benvenuti (Verona 1989), con 2,33 metri.

 Al femminile il record italiano è detenuto da Antonietta Di Martino che, ad Osaka 2007, superò l’asticella posta a 2,03 metri (per lei 2,04 indoor)

Il gesto tecnico del sato in alto si divide in 4 fasi:

RINCORSA – con essa l’atleta accellera e ha come obiettivo quello di consentire la realizzazione di uno stacco efficace. Di norma essa è costituita da due parti: un primo tratto di tipo rettilineo nel quale ogni passo è un po’ più lungo e veloce di quello precedente; un secondo tratto di tipo curvilineo, dove l’atleta inclina il corpo verso il centro della curva aumentando progressivamente la frequenza del passo.

STACCO – Oltre a trasformare la velocità orizzontale in verticale, lo stacco deve creare i giusti presupposti per le rotazioni sugli assi indispensabili per un buon valicamento dell’asticella.

VALICAMENTO – Con essa il saltatore supera l’asticella, la schiena si dispone in estensione dorsale alta, seguono l’affondo delle spalle ed il richiamo degli arti inferiori verso l’alto.

ATTERRAGGIO – Superata l’asticella con il bacino, il capo si flette in avanti per prendere contatto sui materassi con la parte alta del dorso.

Oro di Tamperi alle Olimpiadi di Tokio 2020

Record del Mondo Sotomayor 2.45

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